(AVInews) – Perugia, 10 mar. – In merito alla presa di posizione della Corte dei Conti, apparsa sulla stampa il 9 marzo, riguardante la gara per il Trasporto pubblico locale (Tpl) da cui emergerebbe l’illegittimità della suddivisione della gara stessa in un unico lotto, intervengono le organizzazioni sindacali Filt Cgil e Faisa Cisal dell’Umbria rispondono sull'unico lotto: nessun divieto nessuna illegalità. “Considerando la legge 50 del 2017 – sostengono Filt Cgil e Faisa Cisal dell’Umbria –, che viene applicata su tutto il territorio nazionale, attraverso scelte orientate verso una maggiore aggregazione in più lotti, non è errato affermare che la gara in Umbria possa essere realizzata anche con un solo lotto. La legge stabilisce, infatti, che chi detiene la delega ai trasporti ha la facoltà di decidere, motivando adeguatamente, il tipo di gestione del servizio di trasporto pubblico locale nel proprio territorio”. “La gestione – aggiungono le organizzazioni sindacali – può variare considerevolmente, includendo soluzioni miste, in house o privatizzate. Un esempio significativo è il provvedimento del dicembre 2024 relativo all’area metropolitana di Napoli, in cui il Comune ha scelto di gestire il trasporto pubblico locale con modalità in house, nonostante le proposte di lottizzazione da parte della Regione Campania. E lo stesso è accaduto con il lotto Roma Capitale. Abbiamo motivo di ritenere che i bilanci dell’area metropolitana di Napoli non siano più solidi rispetto a quelli della Regione Umbria, dimostrando che esistono diverse opzioni da considerare e non una esclusiva. Pertanto, chiediamo alla Regione Umbria di adottare scelte politiche che si discostino dalle precedenti avanzate dall’amministrazione uscente, agendo in modo autonomo e privo di condizionamenti esterni”.
“Siamo convinti – proseguono Filt Cgil e Faisa Cisal – che la suddivisione in quattro lotti possa generare un’inevitabile condizione di indebitamento a medio termine per la Regione Umbria, a causa dei continui tagli dei fondi nazionali. Il modello attuale ha permesso una gestione del Tpl caratterizzata da razionalità e unità, con costi annuali di circa 62 milioni di euro rispetto agli 85 milioni annui previsti dalla RdA, e non esiste alcuna norma che ne impedisca l'implementazione. La gara a lotto unico si può fare e non è illegale. Questa situazione mette a rischio i bilanci destinati a questo settore, portando a criticità significative che potrebbero compromettere la sostenibilità del servizio di trasporto pubblico locale e, di conseguenza, l’occupazione dei lavoratori. È importante ricordare che, come affermato dall’ex assessore ai trasporti, ci sarebbero, se si facesse la gara a quattro lotti, un immediato taglio di cento posti di lavoro. Inoltre, abbiamo avuto modo di verificare che nel documento del 6 marzo 2025 riguardante l’anno giudiziario 2025, intitolato ‘Relazione sull’attività di controllo anno 2024’, non vi è alcun riferimento al fatto che la gara debba essere suddivisa in quattro lotti, né che l’affidamento in un unico lotto sia illegale”.
“Non intendono alimentare polemiche – concludono Filt Cgil e Faisa Cisal –, ma piuttosto difendere i posti di lavoro, garantire un trasporto pubblico efficiente e fornire servizi di qualità per la comunità, evitando condizioni gravissime simili a quelle riscontrate nel settore della sanità. Confidiamo nell’attività accertativa della Procura contabile a seguito delle nostre istanze trasmesse anche per il tramite del nostro legale”.