SOCIETÀ
  by  Published: sabato 25 marzo 2017 12:54:24

Ricostruzione, Anci Umbria incontra il presidente nazionale Decaro

A Sant’Anatolia di Narco riunione con circa 40 sindaci umbri dopo la visita a Norcia. Antonio Decaro: “Con Comuni di questa regione voglio scrivere un pezzo di agenda urbana”

  • Antonio Decaro presidente di Anci
    i Comun e umbri
  • l'incontro
  • Un momento dell'incontro
(Avi News) – Sant’Anatolia di Narco, 25 mar. – “Cercheremo come Anci di promuovere l’immagine di un’Umbria che si sta rialzando e deve tornare a correre come faceva prima del 24 agosto”. Su questa strada vuole continuare a camminare l’Anci Umbria, così come ha confermato il suo presidente Francesco De Rebotti che venerdì 24 marzo a Sant’Anatolia di Narco ha incontrato Antonio Decaro, presidente dell’Associazione nazionale dei Comuni italiani, con circa 40 sindaci della regione tra cui quello della città ospite, Tullio Fibraroli. Nella giornata in cui Norcia visto la presenza di rappresentati europei e nazionali, Decaro, di ritorno dalla visita istituzionale, ha voluto incontrare i colleghi umbri per discutere di ricostruzione e amministrazioni locali.

La presenza. “Sono stato orgoglioso di aver rappresentato i sindaci a Norcia – ha detto Decaro –, un simbolo per i parlamentari europei, perché è la città del santo patrono d’Europa, ma anche della ricostruzione e della  tenacia degli amministratori locali che insieme ai cittadini si sono sporcati le mani della polvere delle macerie. Con coraggio sono intervenuti nel momento dell’emergenza, ma la cosa più importante è la determinazione che stanno dimostrando nel voler ricostruire”.

L'impegno. “L’Anci nazionale – ha spiegato De Rebotti – è stata sul campo per supportare tecnicamente e istituzionalmente i Comuni colpiti. Oggi abbiamo poco da chiederle se non di continuare nell’impegno per riservare alle nostre terre una strumentazione straordinaria di intervento come quella che è stato frutto del decreto del governo”. È stato approvato, infatti, dalla Camera, il 23 marzo, il decreto che prevede la terza tranche di interventi a favore delle popolazioni colpite dal sisma. “Siamo preoccupati non solo per la nostra gente, che ha avuto danni e va supportata nell’opera di ricostruzione e di insediamento nelle città colpite – ha aggiunto De Rebotti –, ma anche e soprattutto per le ripercussioni sul turismo che è una piccola industria del territorio”.

Le azioni messe in campo. “Con i sindaci di questa regione – ha aggiunto Decaro – voglio scrivere un pezzo di agenda urbana. Le proposte al governo le vogliamo fare noi, ci stiamo provando. Lo abbiamo fatto su migranti e sicurezza urbana, non aspettiamo più di lanciare un allarme e avere una risposta. Ieri sono state inserite delle altre norme nel decreto terremoto come la possibilità per i sindaci di avere una piccola indennità in più. Molti di loro, infatti, hanno dovuto lasciare la propria attività per dedicarsi completamente a guidare la comunità”. “Da quando è iniziata questa brutta avventura del terremoto – ha aggiunto Decaro –, siamo riusciti a semplificare le procedure, abbiamo fatto la deroga alle assunzioni, bloccato il sistema fiscale, semplificato le attività legate all’approvazione di piani anticorruzione. Questo non sarà soltanto un momento in cui tenere in piedi gli edifici ma la comunità perché rischiamo di ricostruire case all’interno delle quali poi non va ad abitare  nessuno”.

“Il lavoro che sta facendo l’Anci nazionale di confronto col governo – ha concluso De Rebotti – sta portando risultati su diversi versanti, tipo quello del turnover per le assunzioni da garantire ai Comuni che passa dal 25% al 75% e ci permette di immettere nelle nostre istituzioni personale giovane. Per la ricostruzione, i cittadini hanno bisogno di procedure semplici e di risorse. L’aver garantito il 100% della ricostruzione per le prime case di tutta la regione e il 100 % delle seconde delle zone del cratere è sicuramente un passo importante che permetterà potenzialmente di rinsediare la cittadinanza. I presupposti ci sono, adesso serve rapidità e superare il più possibile il problema della burocratizzazione dei processi”.
 
Carla Adamo
 


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